Il Concerto
Ed ecco sopraggiungere, in gruppo, tutti quegli altri strumenti che non avevano svolto le prove con questo maestro, ma con altri maestri. “Salve, maestro, eccoci qua!”. “Bene, bene... tutto a posto?”. “Sì, sì, maestro!”. E così tutti presero posto, a cominciare dal pianoforte, poi i violini, le viole e i violoncelli, le trombe e i tromboni, tutti gli archi, i bassi e i contrabbassi, i flauti, i clarini, i sassofoni, e poi gli strumenti a percussione: piatti, tamburi, timpani, gong, campane; e le arpe... e le cornamuse... “E voi, cosa ci fate qui?”. “Come potevamo mancare in questo concerto, maestro? Con i nostri sottofondi...”. “Sì... bene... prendete posto!”. Tutti così furono sistemati al loro posto; il maestro prese posto sul palchetto, e con la sua bacchetta picchiò tre volte sul leggìo, segnando così il via all’esecuzione. Cominciò, con un movimento in adagio, il pianoforte; poi, insieme con lui, suonarono i violini; poi, essi smisero